martedì 8 luglio 2014

Focus "emergenza casa"




Dopo anni di crisi economica che per il momento non tende ad allentare la morsa nel nostro paese, il problema della casa diventa sempre più importante da affrontare da parte di chi amministra il nostro territorio.
I comuni si trovano ad avere decine di persone in fila che chiedono ogni giorno  un alloggio popolare, piu semplicemente una Casa decente, ad un prezzo equo e da pagare secondo le proprie capacità economiche.

La nostra provincia ha un ottimo prodotto interno lordo, ma  esistono sacche di povertà e di miseria molto diffuse, che rimangono nascoste sia per un malinteso senso  di  dignità da parte di chi vive la  povertà con vergogna e non osa chiedere,   sia perché è più facile girare la testa dall'altra parte e fingere di non vedere.
Purtroppo viviamo un  paradosso: Si continua ad edificare ed i  nostri comuni sono pieni  di case invendute e/o sfitte, ma  gli alloggi dedicati all'edilizia popolare non sono sufficienti per affrontare una vera e propria crisi sociale che ha un unico nome ormai: emergenza abitativa.
Nel passato, alcuni Ater  hanno consapevolmente (s)venduto una parte del loro patrimonio immobiliare per rinnovare gli alloggi posseduti oppure per  costruirne di nuovi, ma la mancanza di  lungimiranza prima e di risorse  poi, ha costretto gli Ater all'immobilismo.
Il crudele risultato conseguente è sotto gli occhi di tutti:  molti  centri della marca  si ritrovano ad oggi nell’assoluta mancanza di case popolari anche nei casi di emergenza assoluta.

Inoltre, nonostante le nostre richieste a molti livelli, non esistono  dati certi e omogenei sulla situazione abitativa nella provincia di Treviso.
Manca, ad esempio, sia il numero certo e totale delle famiglie colpite da sfratto esecutivo, sia il numero delle abitazioni libere e subito disponibili per le assegnazioni.
Non si ha nemmeno un dato certo di quante siano  le case libere ed  oggetto di un’eventuale ristrutturazione.
Manca anche  il numero delle famiglie che saranno oggetto di  sfratto a causa di una lunga morosità.
Dai dati in nostro possesso ( di fonte sindacale), ci sono circa dai trenta ai quaranta mila nuclei familiari in provincia di Treviso con gravi difficoltà nel riuscire a pagare l'affitto o le spese di condominio.
Alla fine,  chi  voglia interessarsi realmente della situazione come stiamo cercando di fare noi, si perde in un vero e proprio dedalo che penalizza ulteriormente  chi ha  situazioni economiche e sociali molto difficili, situazioni che troppo spesso vanno in coppia.
Per questo abbiamo pensato di proporre nella Commissione Consiliare che abbiamo chiesto di convocare sul tema, la costituzione di Un Osservatorio sulle politiche abitative.
Questo soggetto potrebbe acquisire dati dai singoli comuni sul reale fabbisogno di case popolari.
In questo modo potremmo   indirizzare verso   scelte mirate di nuove costruzioni limitando il più possibile il consumo di suolo. Insieme alle varie informazioni e alle singole competenze di Ater, dei Sindacati degli inquilini e dei proprietari, dovremo  essere in grado di  elaborare un quadro più preciso di quello attuale, dando anche indicazioni in merito alla  riqualificazione degli spazi in disuso e abbondonati  presenti in molti comuni: Il 10% degli edifici di proprietà pubblica sono abbandonati a se' stessi.
Siamo convinti che se si riuscissero ad elaborare interventi mirati alle reali necessità, si potrebbe dare anche un nuovo impulso all’edilizia senza che questa diventi semplice  speculazione e  consumo di territorio.
Infine, non ci stancheremo mai di ricordare a tutti che la casa è un diritto  e non  un lusso o un privilegio: solo a questo  diritto calpestato  ci sentiamo di dare risposte.

P.S.
Da qualche giorno in  Italia esiste un nuovo gioco d'azzardo, VinciCasa, «il primo gioco che dà la possibilità di vincere un premio concreto come un’abitazione, che è il sogno più diffuso e ambito».
La casa in realtà molto più che un sogno,  è un bisogno e un diritto troppo spesso negato come abbiamo visto.
Il 2013 si è chiuso con 1 sfratto ogni 70 famiglie in affitto ed è a loro, come alle fasce più deboli della società, che evidentemente si rivolge prioritariamente un "gioco" che promette l'accesso a un bene primario. Mentre si discute quotidianamente di lotta alle ludopatie, spiace leggere di nuovi giochi  immessi sul mercato con fare subdolo e falsamente magnanimo.

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