martedì 25 febbraio 2014

Presidente Renzi, a Treviso porti non solo parole, ma opere concrete, e giuste

 
L’intenzione del presidente del Consiglio di inaugurare il suo mandato visitando le scuole, e di partire da Treviso, è una buona intenzione alla quale ci auguriamo seguano i fatti.

Nella nostra provincia vi sono situazioni pesanti di difficoltà strutturali negli istituti secondari superiori. La contrazione delle risorse destinate alla Provincia, attraverso l’azzeramento dei trasferimenti statali e la strettoia del patto di stabilità sulla possibilità di spesa delle risorse disponibili, rende difficile, se non impossibile, intervenire adeguatamente su alcuni punti critici, quali gli istituti di Castelfranco, a partire dal liceo Giorgione e dall’alberghiero Maffioli, il liceo Berto a Mogliano, l’istituto Duca degli Abruzzi a Treviso, il Pittoni a Conegliano, l’alberghiero di Vittorio Veneto e molte altre realtà che soffrono di mancanza di spazi, di carenze strutturali e di degrado degli edifici. Almeno 20 milioni di Euro servirebbero subito per le situazioni più urgenti.

Gli istituti per la scuola dell’obbligo, di competenza dei comuni, subiscono le conseguenze del patto di stabilità e del taglio drastico dei trasferimenti agli enti locali. E i bandi attraverso i quali la Regione redistribuisce gli esigui stanziamenti statali, vengono spalmati in miriade di piccoli interventi anziché intervenire sui grossi interventi strutturali che possono realizzare un autentico salto di qualità nell’edilizia scolastica per i primi due cicli scolastici.

Esiste un problema generale di messa in sicurezza degli edifici scolastici, e un problema specifico di messa in sicurezza sismica che riguarda buona parte del territorio provinciale. Un piano per l’edilizia scolastica deve porsi oggi anche ambiziosi traguardi riguardo all’efficienza energetica degli edifici, fino alla loro autosufficienza, e contribuire così all’abbassamento della bolletta energetica nazionale e alla qualità dell’ambiente e dell’aria.

Perché un gesto simbolico non diventi l’ennesima promessa non mantenuta, bisogna che al gesto seguano scelte concrete con la messa a disposizione di adeguate risorse e con l’allentamento del patto di stabilità per gli enti locali. E che le risorse vengano distribuite secondo precise priorità di intervento, non lasciando che la mediazione regionale possa frazionare in troppi rivoli i pochi soldi disponibili ma finalizzando gli interventi secondo rigidi criteri di priorità.

L’investimento per la scuola non può riguardare solo i muri, ma deve comprendere chi lavora e studia dentro quelle mura. L’istituzione scuola deve diventare il motore e il perno di una nuova idea di società, che riveda le priorità che il paese si è dato in questi anni. Veniamo da anni nei quali ha dominato la logica dei tagli; il famoso taglio da 8 miliardi alla scuola operato allegramente dalla famigerata Gelmini è ancora tra noi vivo e vegeto. Ai docenti si è pure ventilata a inizio anno l’ipotesi di riduzione di una parte degli stipendi arretrati, rientrata attraverso un ulteriore taglio ai fondi di istituto. Il Presidente Renzi ha sostenuto in parlamento che non servono nuove risorse per i docenti ma un cambio di mentalità. Risulta però difficile non partire dal fatto che abbiamo il corpo docente più anziano d’età e più malpagato d’Europa. Bisogna consentire il pensionamento per far posto a docenti più giovani e porsi in generale il problema di un sottofinanziamento di tutti gli istituti della conoscenza, a partire dalla scuola pubblica, che non può continuare senza compromettere irrimediabilmente quella possibilità di contribuire decisamente all’uscita dalla crisi che a parole tutti facilmente riconoscono al mondo dei saperi.

Chiediamo inoltre al Presidente del Consiglio che assieme all’emergenza edilizia scolastica assuma l’emergenza relativa all’assetto idrogeologico del nostro paese. La nostra provincia ha subito in queste settimane allagamenti, frane, smottamenti: milioni di euro di danni. Ancora una volta mettendo a nudo tutta la fragilità di un territorio poco rispettato e deturpato nel corso degli anni da una politica scriteriatamente cementificatoria e poco rispettosa degli equilibri naturali. Prevenire costa meno che curare. Si predisponga un grande piano verde per la messa in sicurezza del territorio, con il quale dare lavoro e fare del bene all’ambiente, alla qualità della vita dei cittadini e alle casse pubbliche non più costrette ad aprirsi velocemente e ampiamente ad ogni ulteriore emergenza.

Sia per l’edilizia scolastica che per gli interventi a favore del territorio, chiediamo che si reperiscano risorse anche attraverso il taglio delle spese per armamenti, a cominciare dai famigerati F-35 ai vari sofisticati sistemi d’arma dai costi esorbitanti.

E infine, ma non per certo per ultimo, la drammatica crisi sociale ed economica nella quale non il caso malvagio ma precise scelte dei decisori europei e nazionali hanno avviluppato il nostro paese, trova un punto acuto di sofferenza in una delle aziende simbolo della nostra provincia come la Electrolux di Susegana. Siamo di fronte ad una vertenza paradigmatica, nella quale si era arrivati a mettere in contrapposizione il diritto al posto di lavoro e il diritto a ricevere un giusto (e basso) salario per quel lavoro; si era minacciato di delocalizzare in un altro paese europeo la produzione senza una disponibilità dei lavoratori a vedersi ridurre drasticamente il loro salario. La questione non è chiusa, e a essere chiamata in gioco deve essere la politica europea e la politica nazionale. La prima è praticamente inesistente, ed è auspicabile che dalle prossime elezioni europee emerga qualche segno tangibile della necessità di una dimensione politica e democratica della costruzione europea affinché non si tramuti definitivamente in incubo il sogno europeo. La politica nazionale non pare fino ad oggi aver dato le risposte necessarie per chiudere positivamente per i lavoratori la vertenza. Vista la sostituzione del ministro Zanonato con un ministro di chiare simpatie berlusconiane e liberiste ed esperta in pratiche di delocalizzazione, che non pare dare le migliori garanzie rispetto alla vertenza Electrolux, e visto che non ci pare che in Parlamento abbia nemmeno sfiorato la questione, è davvero il caso che il Presidente Renzi si faccia istruire in materia dagli operai per prendere coscienza della posta in gioco.

Serve al nostro paese una politica industriale, e interventi per frenare, e non incentivare, la corsa al ribasso sui diritti e sui salari dei lavoratori.

L’allentamento dei vincoli del patto di stabilità per gli enti locali potrebbe anche liberare delle risorse (peraltro già presenti nelle casse di molti Comuni) utili, se non necessarie, per un intervento a sostegno delle persone più deboli.  Un numero sempre maggiore di disoccupati o cassintegrati non sanno più come affrontare le spese quotidiane o saldare le fatture per le utenze domestiche, e i servizi sociali dei Comuni non hanno fondi per garantire un sussidio.  Una maggiore disponibilità di risorse potrebbe anche permettere ai nostri Comuni di progettare piani di intervento per affrontare l’emergenza abitativa, visto che anche nella nostra provincia di Treviso sono ormai centinaia le famiglie sotto sfratto per morosità incolpevole. 

 In questa situazione di crisi che indebolisce anche la coesione sociale, è anche importante che lo Stato favorisca e sostenga tutti quegli istituti giuridici che garantiscano alle famiglie maggiore unità, e alle persone maggiore senso di appartenenza rispetto alla comunità di cui fanno parte.  È in questa prospettiva che riteniamo che la tutela di tutte le coppie fondate su vincolo affettivo, attraverso una unione civile pubblicamente riconosciuta, così come l’accesso alla cittadinanza italiana per i ragazzi nati in Italia in virtù dello “ius soli”, non siano capricci non urgenti né prioritari, ma vere occasioni per creare un corpo sociale più coeso e per consolidare il senso di solidarietà e di corresponsabilità tra le persone.


Luca De Marco, coordinatore Federazione provinciale SEL
Marco Pedretti, coordinatore Circolo SEL Treviso
Forum provinciale SEL Saperi

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