giovedì 7 agosto 2014

La cura del territorio è il miglior modo per amarlo


Abbiamo sempre e da anni gridato ai 4 venti, con prese di posizioni ufficiali, ordini del giorno, interrogazioni e interpellanze , che il nostro territorio è un luogo fragile, e molto, da un punto di vista idrogeologico. Lo abbiamo scritto in ogni dove che un abuso del nostro suolo, delle nostre colline, a favore di uno sviluppo spesso incontrollato, poteva rendere la Marca trevigiana, ancora più debole, fragile e indifesa.
La triste tragedia di Molinetto della Croda nel Comune di Refrontolo, ci ha tutti quanti risvegliati bruscamente sul tema del rischio idraulico e di ciò che in pratica la natura può causare quando è " violentata". La natura si è ripresa purtroppo la sua triste rivincita nei confronti dell'uomo che non la rispetta.
Ma ora basta. Basta frasi di circostanze, basta parole al vento. E' arrivato il momento di agire veramente. Cambiare prima di tutto il pensiero che il territorio possa ancora subire delle ferite profonde e che sia capace di sopportarle. Non è così. I nostri luoghi ci stanno chiedendo di essere rispettati, amati e curati. Ci stanno dicendo di smetterla con il loro consumo, ci stanno quasi implorando di cessare la devastazione, ci stanno indicando che l'unica via da seguire è quella di ascoltarli profondamente.
Sono anni che proponiamo che la messa in sicurezza idrogeologica è la più urgente delle opere pubbliche da effettuare. Ed è arrivato il momento di attuarla concretamente.
Di piani come metterla in atto, ne siamo fin troppo pieni, di regole su come attuare un buon rispetto del territorio ne abbiamo a decine. Ora è arrivato il momento di applicarle e di iniziare seriamente con la vera prevenzione e con interventi idrogeologici  concreti da effettuare per mettere realmente in sicurezza tutto il territorio della nostra provincia.
Chiediamo che ci governa e ci amministra si metta la mano non solo sugli occhi per asciugarsi le lacrime, ma che si sieda e pensi seriamente ad investire ingenti risorse per mettere in sicurezza tutti i nostri luoghi che ormai hanno sofferto per la loro incuria.
Quando sentiamo  dire che per "essere" vicini alla nostra provincia lo devi dimostrare  attraverso una appartenenza di nascita o di antica provenienza, questo  ci rende  increduli, quando poi chi  ci amministra da anni e anche a ogni livello , non ha mai battuto ciglio, se intere aree agricole venivano inghiottite dal cemento, o intere colline venivano dedicate non al paesaggio, ma alla coltura intensiva, o dove pianure, si regalavano al cemento autostradale o intere aree venivano bucate come delle groviere, per essere destinate a immense cave.
Noi crediamo che per essere trevigiani veramente, non solo si deve conoscere ogni luogo, ma soprattutto, nel momento in cui si vuole intervenire , si deve usare  una mano delicata nel territorio, un tocco dolce e rispettoso, senza mai abusare della sua morfologia, senza mai cambiare profondamente il suo aspetto naturale. Essere vicini per noi alla Marca trevigiana significa soprattutto rispettarla e curarla profondamente.