venerdì 28 febbraio 2014

La grande e infinita pazienza di molti studenti trevigiani


martedì 25 febbraio 2014

Presidente Renzi, a Treviso porti non solo parole, ma opere concrete, e giuste

 
L’intenzione del presidente del Consiglio di inaugurare il suo mandato visitando le scuole, e di partire da Treviso, è una buona intenzione alla quale ci auguriamo seguano i fatti.

Nella nostra provincia vi sono situazioni pesanti di difficoltà strutturali negli istituti secondari superiori. La contrazione delle risorse destinate alla Provincia, attraverso l’azzeramento dei trasferimenti statali e la strettoia del patto di stabilità sulla possibilità di spesa delle risorse disponibili, rende difficile, se non impossibile, intervenire adeguatamente su alcuni punti critici, quali gli istituti di Castelfranco, a partire dal liceo Giorgione e dall’alberghiero Maffioli, il liceo Berto a Mogliano, l’istituto Duca degli Abruzzi a Treviso, il Pittoni a Conegliano, l’alberghiero di Vittorio Veneto e molte altre realtà che soffrono di mancanza di spazi, di carenze strutturali e di degrado degli edifici. Almeno 20 milioni di Euro servirebbero subito per le situazioni più urgenti.

Gli istituti per la scuola dell’obbligo, di competenza dei comuni, subiscono le conseguenze del patto di stabilità e del taglio drastico dei trasferimenti agli enti locali. E i bandi attraverso i quali la Regione redistribuisce gli esigui stanziamenti statali, vengono spalmati in miriade di piccoli interventi anziché intervenire sui grossi interventi strutturali che possono realizzare un autentico salto di qualità nell’edilizia scolastica per i primi due cicli scolastici.

Esiste un problema generale di messa in sicurezza degli edifici scolastici, e un problema specifico di messa in sicurezza sismica che riguarda buona parte del territorio provinciale. Un piano per l’edilizia scolastica deve porsi oggi anche ambiziosi traguardi riguardo all’efficienza energetica degli edifici, fino alla loro autosufficienza, e contribuire così all’abbassamento della bolletta energetica nazionale e alla qualità dell’ambiente e dell’aria.

Perché un gesto simbolico non diventi l’ennesima promessa non mantenuta, bisogna che al gesto seguano scelte concrete con la messa a disposizione di adeguate risorse e con l’allentamento del patto di stabilità per gli enti locali. E che le risorse vengano distribuite secondo precise priorità di intervento, non lasciando che la mediazione regionale possa frazionare in troppi rivoli i pochi soldi disponibili ma finalizzando gli interventi secondo rigidi criteri di priorità.

L’investimento per la scuola non può riguardare solo i muri, ma deve comprendere chi lavora e studia dentro quelle mura. L’istituzione scuola deve diventare il motore e il perno di una nuova idea di società, che riveda le priorità che il paese si è dato in questi anni. Veniamo da anni nei quali ha dominato la logica dei tagli; il famoso taglio da 8 miliardi alla scuola operato allegramente dalla famigerata Gelmini è ancora tra noi vivo e vegeto. Ai docenti si è pure ventilata a inizio anno l’ipotesi di riduzione di una parte degli stipendi arretrati, rientrata attraverso un ulteriore taglio ai fondi di istituto. Il Presidente Renzi ha sostenuto in parlamento che non servono nuove risorse per i docenti ma un cambio di mentalità. Risulta però difficile non partire dal fatto che abbiamo il corpo docente più anziano d’età e più malpagato d’Europa. Bisogna consentire il pensionamento per far posto a docenti più giovani e porsi in generale il problema di un sottofinanziamento di tutti gli istituti della conoscenza, a partire dalla scuola pubblica, che non può continuare senza compromettere irrimediabilmente quella possibilità di contribuire decisamente all’uscita dalla crisi che a parole tutti facilmente riconoscono al mondo dei saperi.

Chiediamo inoltre al Presidente del Consiglio che assieme all’emergenza edilizia scolastica assuma l’emergenza relativa all’assetto idrogeologico del nostro paese. La nostra provincia ha subito in queste settimane allagamenti, frane, smottamenti: milioni di euro di danni. Ancora una volta mettendo a nudo tutta la fragilità di un territorio poco rispettato e deturpato nel corso degli anni da una politica scriteriatamente cementificatoria e poco rispettosa degli equilibri naturali. Prevenire costa meno che curare. Si predisponga un grande piano verde per la messa in sicurezza del territorio, con il quale dare lavoro e fare del bene all’ambiente, alla qualità della vita dei cittadini e alle casse pubbliche non più costrette ad aprirsi velocemente e ampiamente ad ogni ulteriore emergenza.

Sia per l’edilizia scolastica che per gli interventi a favore del territorio, chiediamo che si reperiscano risorse anche attraverso il taglio delle spese per armamenti, a cominciare dai famigerati F-35 ai vari sofisticati sistemi d’arma dai costi esorbitanti.

E infine, ma non per certo per ultimo, la drammatica crisi sociale ed economica nella quale non il caso malvagio ma precise scelte dei decisori europei e nazionali hanno avviluppato il nostro paese, trova un punto acuto di sofferenza in una delle aziende simbolo della nostra provincia come la Electrolux di Susegana. Siamo di fronte ad una vertenza paradigmatica, nella quale si era arrivati a mettere in contrapposizione il diritto al posto di lavoro e il diritto a ricevere un giusto (e basso) salario per quel lavoro; si era minacciato di delocalizzare in un altro paese europeo la produzione senza una disponibilità dei lavoratori a vedersi ridurre drasticamente il loro salario. La questione non è chiusa, e a essere chiamata in gioco deve essere la politica europea e la politica nazionale. La prima è praticamente inesistente, ed è auspicabile che dalle prossime elezioni europee emerga qualche segno tangibile della necessità di una dimensione politica e democratica della costruzione europea affinché non si tramuti definitivamente in incubo il sogno europeo. La politica nazionale non pare fino ad oggi aver dato le risposte necessarie per chiudere positivamente per i lavoratori la vertenza. Vista la sostituzione del ministro Zanonato con un ministro di chiare simpatie berlusconiane e liberiste ed esperta in pratiche di delocalizzazione, che non pare dare le migliori garanzie rispetto alla vertenza Electrolux, e visto che non ci pare che in Parlamento abbia nemmeno sfiorato la questione, è davvero il caso che il Presidente Renzi si faccia istruire in materia dagli operai per prendere coscienza della posta in gioco.

Serve al nostro paese una politica industriale, e interventi per frenare, e non incentivare, la corsa al ribasso sui diritti e sui salari dei lavoratori.

L’allentamento dei vincoli del patto di stabilità per gli enti locali potrebbe anche liberare delle risorse (peraltro già presenti nelle casse di molti Comuni) utili, se non necessarie, per un intervento a sostegno delle persone più deboli.  Un numero sempre maggiore di disoccupati o cassintegrati non sanno più come affrontare le spese quotidiane o saldare le fatture per le utenze domestiche, e i servizi sociali dei Comuni non hanno fondi per garantire un sussidio.  Una maggiore disponibilità di risorse potrebbe anche permettere ai nostri Comuni di progettare piani di intervento per affrontare l’emergenza abitativa, visto che anche nella nostra provincia di Treviso sono ormai centinaia le famiglie sotto sfratto per morosità incolpevole. 

 In questa situazione di crisi che indebolisce anche la coesione sociale, è anche importante che lo Stato favorisca e sostenga tutti quegli istituti giuridici che garantiscano alle famiglie maggiore unità, e alle persone maggiore senso di appartenenza rispetto alla comunità di cui fanno parte.  È in questa prospettiva che riteniamo che la tutela di tutte le coppie fondate su vincolo affettivo, attraverso una unione civile pubblicamente riconosciuta, così come l’accesso alla cittadinanza italiana per i ragazzi nati in Italia in virtù dello “ius soli”, non siano capricci non urgenti né prioritari, ma vere occasioni per creare un corpo sociale più coeso e per consolidare il senso di solidarietà e di corresponsabilità tra le persone.


Luca De Marco, coordinatore Federazione provinciale SEL
Marco Pedretti, coordinatore Circolo SEL Treviso
Forum provinciale SEL Saperi

venerdì 21 febbraio 2014

Ordine del giorno urgente su cittadini e territorio colpiti dal maltempo


A seguito del maltempo che aveva colpito nei giorni scorsi il nostro territorio, avevamo già presentato una interrogazione per conoscere le azioni che la Provincia aveva messo in atto nel passato, per quanto attiene la prevenzione del rischio idrogeologico http://www.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/Consiglieri/0000_000000000000362_2014_0015699_000.pdf.
Abbiamo  visitato, in settimana, con le commissioni consiliari ambiente e protezione civile, alcuni luoghi che hanno subìto gravi danni, come Il Piave (oggetto di larghe erosioni dei suoi argini ) e le zone limitrofe come Mareno e Maserada (presenza di fenomeni di  ingrossamento della falde acquifere ) che hanno provocato l'allagamento di numerose abitazioni.
Qui molti cittadini  sono stati assistiti durante l'emergenza dalla protezione civile, esercito e croce rossa. In alcuni casi, sono state evacuate anche delle famiglie per la gravità della situazione.
Il Piave ( con gli argini erosi)
Ieri invece è stata la volta del vittoriese, dove sono presenti numerose  frane e smottamenti che hanno anche invaso alcune strade, non permettendo la libera circolazione degli autoveicoli. Anche lì sono state evacuate delle famiglie, in quanto le abitazioni sono a rischio. Inoltre alcune attività commerciali hanno dovuto chiudere, a causa dell'evidente vicinanza al fenomeno di smottamento, di larghe parti di territorio.
Frana in Via Val del Mar a Vittorio Veneto
A questo punto, insieme a tutte le opposizioni presenti in Provincia, abbiamo deciso che presenteremo un odg urgente che verrà posto in discussione e votazione nel Consiglio Provinciale di lunedì prossimo.
In questa nostra richiesta viene indicata l'assoluta necessità di intervenire in aiuto alle popolazioni ed al territorio colpiti dal maltempo.
Chiediamo una urgente attivazione da parte sia della Regione che del Governo, per trovare le risorse economiche necessarie per affrontare e risolvere i danni ingenti subiti. Particolare attenzione è stata da noi posta nel poter usufruire di risorse economiche per la prevenzione del rischio idrogeologico  e la relativa messa in sicurezza del nostro territorio.
Una indicazione che riteniamo importante, per evitare che nel futuro si possano evitare danni e disagi, come quelli avvenuti da poco.
Vogliamo ricordare che nel nostro paese si continua ad investire poco nella sicurezza dei territori, anche se sarebbe enormemente più intelligente intervenire sulla prevenzione del rischio idrogeologico e la cura del suolo.  Infatti negli ultimi anni si è spesa una cifra di quasi 4 volte superiore solo per riparare i danni da fenomeni atmosferici.
Certo, sapere che riusciamo a spendere ancora quasi 70 milioni di euro al giorno in spese militari, mentre si riescono a trovare con enorme difficoltà i soldi necessari per affrontare un tema così delicato che se non affrontato pone a rischio anche l’incolumità dei cittadini, è molto imbarazzante. Gli ultimi governi che si sono succeduti, e anche la Regione Veneto, dovrebbero invece pensare di più al territorio dove tutti noi viviamo.
Vogliamo sottolineare che tra le cause dei fenomeni di allagamento di vaste aree del trevigiano vi è anche il massiccio consumo di terreno agricolo, preferito al cemento. Solo negli ultimi anni un’ area di preziosa terra da coltivare grande come i comuni di Treviso e Castelfranco Veneto insieme, è stata letteralmente “mangiata” dal cemento in tutta la nostra provincia.
In questo modo l'acqua riesce sempre con maggiore difficoltà ad essere assorbita in quanto non trova che costruzioni o altro sul suo percorso. Insomma continuiamo a pensare che,( anche se da tempo avevamo sottolineato come una delle priorità da affrontare subito il rischio idrogeologico attraverso la presentazione di ordini del giorno, interrogazioni e richieste di commissioni), la relativa messa in sicurezza del territorio appare per il momento un tema che poco riesce a tener banco, in chi ci governa.
Anche il Capo della Protezione Civile Gabrielli, ha indicato la via della non edificazione per i prossimi dieci anni, come uno dei modi per prevenire i danni causati dal maltempo. Ma da noi tra prossimi piani casa, grandi opere viarie e non, questo consiglio non sarà sicuramente ascoltato.



mercoledì 12 febbraio 2014

Interrogazione sullo stato dell'Istituto " Maffioli" di Castelfranco Veneto



Al Presidente della Provincia di Treviso
Dott. Leonardo Muraro

                  


Interrogazione art .54 (regolamento consiglio provinciale)




Premesso che:

L’istituto Alberghiero "Maffioli “ di Castelfranco Veneto  è un’importante struttura scolastica presente nella castellana, con oltre 1600 studenti suddivisi in ben sei sedi: quella principale di Villarazzo, villa Dolfin, Soranza e quelle distaccate di Possagno e Crespano e infine quella di via Ricciati;
Quest’ultima è una sede situata in un edificio che da anni presenta delle gravi carenze da un punto di vista statico e strutturale. Un edificio molto vecchio, con numerose crepe sulle pareti e sui soffitti e con calcinacci pronti a staccarsi insieme a  porte inutilizzabili.
Grave è  l’assenza, segnalata anche dalla Preside, di normali vie di esodo che dovrebbero garantire una evacuazione sicura, in caso di emergenza ( sempre nella sede di Via Ricciati).
Considerato che:
All’interno della struttura scolastica sopraindicata, sono presenti più di 350 persone tra studenti, personale docente e non che “ vivono “ gran parte della loro giornata di studio e lavorativa in condizioni di totale degrado e di pericolo reale


Il sottoscritto Consigliere

Chiede  di conoscere :

Quali sono le misure concrete messe in atto sino ad ora, dalla Amministrazione Provinciale per risolvere in modo definitivo, questa grave situazione di inadempienza strutturale, che ormai è presente da numerosi anni, all’interno dell’Istituto di Castelfranco Veneto.

Treviso, 12 febbraio 2014


                                                                                                   Il Consigliere Provinciale
                                                                                                         Luigi Amendola




Interrogazione sulla difesa idrogeologica del nostro territorio



Al Presidente della Provincia di Treviso
Dott. Leonardo Muraro

                 


Interrogazione art .54 (regolamento consiglio provinciale)




Premesso che:

La provincia detiene la funzione delegata dalla Regione del Veneto all'Art. 85 della L.R. 11/2001:
pronti interventi di difesa idrogeologica, monitoraggio di abitazioni coinvolte in aree di dissesto, controllo dei movimenti franosi di versante a tutela della pubblica incolumità, ripristino e/o consolidamento di tratti di viabilità provinciali interessate da situazioni di emergenza dovute a calamità naturali, interventi sulla viabilità comunale nel caso sussista un pericolo per la pubblica incolumità o sia interdetto l'accesso ai mezzi di soccorso.
Sono conferite alle province le funzioni relative:
a) alla programmazione, progettazione, approvazione ed esecuzione degli interventi di difesa idrogeologica e dei relativi manufatti, funzionali alla prevenzione di dissesti e alla messa in sicurezza della rete viaria della provincia;
b) alla programmazione, progettazione, approvazione ed esecuzione degli interventi per il consolidamento degli abitati e all'attuazione dei piani di trasferimento ai sensi della legge regionale 12 aprile 1999, n. 17, nei limiti dei finanziamenti disponibili e di linee guida delle classificazioni predisposte dalla Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 1 della legge regionale citata;
c) alla realizzazione di pronti interventi relativamente alle opere di cui alle lettere a) e b);
d) alla realizzazione d’interventi di sistemazione di rive e sponde lacuali;
e) alle concessioni di sponde e di spiagge lacuale, di superficie e di pertinenze dei laghi e alla relativa polizia idraulica ivi compresa l'estrazione di materiali inerti;
f) alla vigilanza in materia di acquacoltura, già attribuita alla Regione, di cui all'articolo16 della legge 17 febbraio 1982, n. 41 "Piano per la razionalizzazione e lo sviluppo della pesca marittima".
Considerato che:
Dopo le ultime settimane di maltempo, il nostro territorio è stato in allarme di rischio idrogeologico per molti giorni a causa di  esondazioni di numerosi  corsi d’acqua, che hanno allagato vaste zone della marca,  innalzamento di falde e  di numerosi e preoccupanti fenomeni  franosi, che hanno invaso alcune strade provinciali.  Una situazione che ha creato numerosi disagi ai nostri cittadini e danni  a  colture agricole e alla fauna in genere.   Una situazione di forte disagio al nostro territorio, che accade ormai di frequente, ogni qualvolta che avvengono precipitazioni al di sopra della norma, causati anche  da una  carenza di interventi per la difesa idrogeologica . Una situazione che pone la messa in sicurezza del territorio come una delle priorità da affrontare al più presto, da chi ci amministra
Secondo quanto affermato sulla stampa locale dal Presidente Muraro , “ la Regione Veneto è inadempiente nei confronti della provincia, del mancato trasferimento della somma di 10 milioni di euro dovuti per delega regionale dall’anno 2008”, proprio per la funzione delegata dalla Regione Veneto, per la difesa idrogeologica.  La somma relativa al mancato trasferimento è quella riferita al demanio idrico.




Il sottoscritto Consigliere

Chiede  di conoscere :

La somma precisa che la Regione deve trasferire alla provincia, secondo quanto previsto dalla delega regionale, alla data di oggi;

I motivi per cui l’amministrazione provinciale ed il Presidente della Provincia non si sono  attivati   prima  per chiedere quanto è dovuto presso la Regione;

Se è stata inoltrata richiesta ufficiale  per il  trasferimento delle risorse necessarie per la difesa del suolo da un punto di vista idrogeologico;

Le somme stanziate negli ultimi anni ( dal 2008 ad oggi ) per interventi di prevenzione e per interventi di sistemazione relativi al dissesto idrogeologico;

Elenco dei danni causati dal maltempo, riferito a quanto di competenza della provincia, con la relativa stima dei costi.



Treviso, 12 febbraio 2014



                                                                                             
                                                                                       Il  Consigliere Provinciale 
                                                                                              Luigi Amendola