L'Istituto Alberghiero "Maffioli” ed il Liceo “ Giorgione " di Castelfranco
sono da anni il peggior esempio di gestione dell’edilizia scolastica nella
provincia di Treviso.Gli studenti con le loro famiglie, il corpo docente e non docente che vivoni
in quelle scuole sono veramente bravi ed enormemente pazienti: si studia e si
lavora all’interno di strutture che chiamare indecorose è riduttivo. Negli anni studenti, insegnanti e personale ATA si sono trasformati da attori protagonisti della scuola in controfigure che svicolano tra classi pollaio, porte che non esistono, bagni carenti ed inadeguati, soffitti con crepe ed infiltrazioni d’acqua, vie di esodo inesistenti, aule nei container e nel sotto scala.
In questi anni hanno subito anche la gimcana di sindaci, assessori, presidenti vari che con gentilezza e magnanimi sorrisi li hanno ricevuti per poi defilarsi all'istante dopo solenni promesse ed un paio di pat pat sulle spalle.
Il tempo (beffardo) non si e' invece comportato da gentiluomo con i nostri istituti scolastici ed incredibilmente l'incuria accumulata ha portato ad ulteriori insufficienze strutturali e lo stato di salute degli edifici è nettamente peggiorato. "Maffioli" e "Giorgione" si rallegrino, sono in buona compagnia con il “Pittoni” di Conegliano, Il “Duca degli Abruzzi “ di Treviso, il “Beltrame “di Vittorio Veneto in quanto a carenze strutturali. Queste situazioni, sotto gli occhi di tutti e presenti sui giornali già da tempo, sono state segnalate durante la commissione consiliare della Provincia di Treviso chiesta ed ottenuta urgentemente da noi il 26 febbraio.Insomma, il quadretto che i tecnici della Provincia hanno illustrato a noi consiglieri ed agli studenti presenti, non è per nulla confortante. Il preventivo totale di spesa calcolato dalla provincia per avere la perfezione in tutte le strutture (comprese le palestre) e' di circa 135 milioni di euro, mentre un minimo e sufficiente adeguamento strutturale che permetta di affrontare le carenze più grandi ammonta a circa 35 milioni di euro. 2 milioni e' la cifra che l'assessore al momento ci ha comunicato può prevedere come ipotesi di bilancio nel capitolo edilizia scolastica e solo se permangono le stesse entrate all’Ente Provincia dell’anno scorso....Dopo queste notizie, nessuno dei presenti (ragazzi, genitori, insegnanti, personale ATA e noi stessi amministratori) ha potuto gioire ed anzi un leggero senso di sconfitta e sopraffazione si è fatto strada. Oggi il presidente Muraro annuncia sulla stampa di aver incontrato Renzi, il quale ha comunicato a tutte le autorità ed ai sindaci presenti a Treviso, la disponibilità da parte del governo a mettere mano al portafoglio per iniziare la ristrutturazione degli edifici scolastici. Questo dovrebbe essere uno dei piani di rilancio per il nostro paese: speriamo non sia solo pubblicità. Il presidente Muraro ha preparato un piano di emergenza che verrà inviato nei prossimi giorni a Roma. Noi chiediamo subito 15 milioni di euro che permettano almeno al “Maffioli “ ed al "Giorgione”, i due istituti che ora presentano le maggiori problematiche, di vedere risolti i loro problemi, senza che nel frattempo si trasformino in emergenze le situazioni disagevoli presenti nelle altre scuole. Fuor di metafora, d'ora in poi non accetteremo più pacche sulle spalle o parole di conforto da nessun presidente, che sia di provincia, del consiglio o di condominio, ma pretendiamo che si passi velocemente dalle parole ai fatti: le istituzioni rischiano di vedere ulteriormente intaccato il profondo rispetto che tutte le persone che gravitano intorno alla scuola hanno dimostrato di avere in tutti questi anni e la pazienza non è una risorsa di cui un buon amministratore deve abusare.
E vogliamo che sia sempre rispettato il diritto allo studio.
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venerdì 28 febbraio 2014
La grande e infinita pazienza di molti studenti trevigiani
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martedì 25 febbraio 2014
Presidente Renzi, a Treviso porti non solo parole, ma opere concrete, e giuste
L’intenzione
del presidente del Consiglio di inaugurare il suo mandato visitando le
scuole, e di partire da Treviso, è una buona intenzione alla quale ci
auguriamo seguano i fatti.
Nella
nostra provincia vi sono situazioni pesanti di difficoltà strutturali
negli istituti secondari superiori. La contrazione delle risorse
destinate alla Provincia, attraverso l’azzeramento dei trasferimenti
statali e la strettoia del patto di stabilità sulla possibilità di spesa
delle risorse disponibili, rende difficile, se non impossibile,
intervenire adeguatamente su alcuni punti critici, quali gli istituti di
Castelfranco, a partire dal liceo Giorgione e dall’alberghiero
Maffioli, il liceo Berto a Mogliano, l’istituto Duca degli Abruzzi a
Treviso, il Pittoni a Conegliano, l’alberghiero di Vittorio Veneto e
molte altre realtà che soffrono di mancanza di spazi, di carenze
strutturali e di degrado degli edifici. Almeno 20 milioni di Euro
servirebbero subito per le situazioni più urgenti.
Gli
istituti per la scuola dell’obbligo, di competenza dei comuni,
subiscono le conseguenze del patto di stabilità e del taglio drastico
dei trasferimenti agli enti locali. E i bandi attraverso i quali la
Regione redistribuisce gli esigui stanziamenti statali, vengono spalmati
in miriade di piccoli interventi anziché intervenire sui grossi
interventi strutturali che possono realizzare un autentico salto di
qualità nell’edilizia scolastica per i primi due cicli scolastici.
Esiste
un problema generale di messa in sicurezza degli edifici scolastici, e
un problema specifico di messa in sicurezza sismica che riguarda buona
parte del territorio provinciale. Un piano per l’edilizia scolastica
deve porsi oggi anche ambiziosi traguardi riguardo all’efficienza
energetica degli edifici, fino alla loro autosufficienza, e contribuire
così all’abbassamento della bolletta energetica nazionale e alla qualità
dell’ambiente e dell’aria.
Perché
un gesto simbolico non diventi l’ennesima promessa non mantenuta,
bisogna che al gesto seguano scelte concrete con la messa a disposizione
di adeguate risorse e con l’allentamento del patto di stabilità per gli
enti locali. E che le risorse vengano distribuite secondo precise
priorità di intervento, non lasciando che la mediazione regionale possa
frazionare in troppi rivoli i pochi soldi disponibili ma finalizzando
gli interventi secondo rigidi criteri di priorità.
L’investimento
per la scuola non può riguardare solo i muri, ma deve comprendere chi
lavora e studia dentro quelle mura. L’istituzione scuola deve diventare
il motore e il perno di una nuova idea di società, che riveda le
priorità che il paese si è dato in questi anni. Veniamo da anni nei
quali ha dominato la logica dei tagli; il famoso taglio da 8 miliardi
alla scuola operato allegramente dalla famigerata Gelmini è ancora tra
noi vivo e vegeto. Ai docenti si è pure ventilata a inizio anno
l’ipotesi di riduzione di una parte degli stipendi arretrati, rientrata
attraverso un ulteriore taglio ai fondi di istituto. Il Presidente Renzi
ha sostenuto in parlamento che non servono nuove risorse per i docenti
ma un cambio di mentalità. Risulta però difficile non partire dal fatto
che abbiamo il corpo docente più anziano d’età e più malpagato d’Europa.
Bisogna consentire il pensionamento per far posto a docenti più giovani
e porsi in generale il problema di un sottofinanziamento di tutti gli
istituti della conoscenza, a partire dalla scuola pubblica, che non può
continuare senza compromettere irrimediabilmente quella possibilità di
contribuire decisamente all’uscita dalla crisi che a parole tutti
facilmente riconoscono al mondo dei saperi.
Chiediamo
inoltre al Presidente del Consiglio che assieme all’emergenza edilizia
scolastica assuma l’emergenza relativa all’assetto idrogeologico del
nostro paese. La nostra provincia ha subito in queste settimane
allagamenti, frane, smottamenti: milioni di euro di danni. Ancora una
volta mettendo a nudo tutta la fragilità di un territorio poco
rispettato e deturpato nel corso degli anni da una politica
scriteriatamente cementificatoria e poco rispettosa degli equilibri
naturali. Prevenire costa meno che curare. Si predisponga un grande
piano verde per la messa in sicurezza del territorio, con il quale dare
lavoro e fare del bene all’ambiente, alla qualità della vita dei
cittadini e alle casse pubbliche non più costrette ad aprirsi
velocemente e ampiamente ad ogni ulteriore emergenza.
Sia
per l’edilizia scolastica che per gli interventi a favore del
territorio, chiediamo che si reperiscano risorse anche attraverso il
taglio delle spese per armamenti, a cominciare dai famigerati F-35 ai
vari sofisticati sistemi d’arma dai costi esorbitanti.
E
infine, ma non per certo per ultimo, la drammatica crisi sociale ed
economica nella quale non il caso malvagio ma precise scelte dei
decisori europei e nazionali hanno avviluppato il nostro paese, trova un
punto acuto di sofferenza in una delle aziende simbolo della nostra
provincia come la Electrolux di Susegana. Siamo di fronte ad una
vertenza paradigmatica, nella quale si era arrivati a mettere in
contrapposizione il diritto al posto di lavoro e il diritto a ricevere
un giusto (e basso) salario per quel lavoro; si era minacciato di
delocalizzare in un altro paese europeo la produzione senza una
disponibilità dei lavoratori a vedersi ridurre drasticamente il loro
salario. La questione non è chiusa, e a essere chiamata in gioco deve
essere la politica europea e la politica nazionale. La prima è
praticamente inesistente, ed è auspicabile che dalle prossime elezioni
europee emerga qualche segno tangibile della necessità di una dimensione
politica e democratica della costruzione europea affinché non si
tramuti definitivamente in incubo il sogno europeo. La politica
nazionale non pare fino ad oggi aver dato le risposte necessarie per
chiudere positivamente per i lavoratori la vertenza. Vista la
sostituzione del ministro Zanonato con un ministro di chiare simpatie
berlusconiane e liberiste ed esperta in pratiche di delocalizzazione,
che non pare dare le migliori garanzie rispetto alla vertenza
Electrolux, e visto che non ci pare che in Parlamento abbia nemmeno
sfiorato la questione, è davvero il caso che il Presidente Renzi si
faccia istruire in materia dagli operai per prendere coscienza della
posta in gioco.
Serve
al nostro paese una politica industriale, e interventi per frenare, e
non incentivare, la corsa al ribasso sui diritti e sui salari dei
lavoratori.
L’allentamento dei vincoli del patto di stabilità per gli enti locali potrebbe anche liberare delle risorse (peraltro già presenti nelle casse di molti Comuni) utili, se non necessarie, per un intervento a sostegno delle persone più deboli. Un numero sempre maggiore di disoccupati o cassintegrati non sanno più come affrontare le spese quotidiane o saldare le fatture per le utenze domestiche, e i servizi sociali dei Comuni non hanno fondi per garantire un sussidio. Una maggiore disponibilità di risorse potrebbe anche permettere ai nostri Comuni di progettare piani di intervento per affrontare l’emergenza abitativa, visto che anche nella nostra provincia di Treviso sono ormai centinaia le famiglie sotto sfratto per morosità incolpevole.
In
questa situazione di crisi che indebolisce anche la coesione sociale, è
anche importante che lo Stato favorisca e sostenga tutti quegli
istituti giuridici che garantiscano alle famiglie maggiore unità, e alle
persone maggiore senso di appartenenza rispetto alla comunità di cui
fanno parte. È in questa prospettiva che riteniamo che la tutela di
tutte le coppie fondate su vincolo affettivo, attraverso una unione
civile pubblicamente riconosciuta, così come l’accesso alla cittadinanza
italiana per i ragazzi nati in Italia in virtù dello “ius soli”, non
siano capricci non urgenti né prioritari, ma vere occasioni per creare
un corpo sociale più coeso e per consolidare il senso di solidarietà e
di corresponsabilità tra le persone.
Luca De Marco, coordinatore Federazione provinciale SEL
Marco Pedretti, coordinatore Circolo SEL Treviso
Forum provinciale SEL Saperi
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venerdì 21 febbraio 2014
Ordine del giorno urgente su cittadini e territorio colpiti dal maltempo
A seguito del maltempo che aveva colpito nei giorni scorsi il nostro territorio, avevamo già presentato una interrogazione per conoscere le azioni che la Provincia aveva messo in atto nel passato, per quanto attiene la prevenzione del rischio idrogeologico http://www.provincia.treviso.it/Engine/RAServeFile.php/f/Consiglieri/0000_000000000000362_2014_0015699_000.pdf.
Abbiamo visitato, in settimana, con le commissioni consiliari ambiente e protezione civile, alcuni luoghi che hanno subìto gravi danni, come Il Piave (oggetto di larghe erosioni dei suoi argini ) e le zone limitrofe come Mareno e Maserada (presenza di fenomeni di ingrossamento della falde acquifere ) che hanno provocato l'allagamento di numerose abitazioni.
Qui molti cittadini sono stati assistiti durante l'emergenza dalla protezione civile, esercito e croce rossa. In alcuni casi, sono state evacuate anche delle famiglie per la gravità della situazione.
Il Piave ( con gli argini erosi) |
Ieri invece è stata la volta del vittoriese, dove sono presenti numerose frane e smottamenti che hanno anche invaso alcune strade, non permettendo la libera circolazione degli autoveicoli. Anche lì sono state evacuate delle famiglie, in quanto le abitazioni sono a rischio. Inoltre alcune attività commerciali hanno dovuto chiudere, a causa dell'evidente vicinanza al fenomeno di smottamento, di larghe parti di territorio.
A questo punto, insieme a tutte le opposizioni presenti in Provincia, abbiamo deciso che presenteremo un odg urgente che verrà posto in discussione e votazione nel Consiglio Provinciale di lunedì prossimo.
Frana in Via Val del Mar a Vittorio Veneto |
In questa nostra richiesta viene indicata l'assoluta necessità di intervenire in aiuto alle popolazioni ed al territorio colpiti dal maltempo.
Chiediamo una urgente attivazione da parte sia della Regione che del Governo, per trovare le risorse economiche necessarie per affrontare e risolvere i danni ingenti subiti. Particolare attenzione è stata da noi posta nel poter usufruire di risorse economiche per la prevenzione del rischio idrogeologico e la relativa messa in sicurezza del nostro territorio.
Una indicazione che riteniamo importante, per evitare che nel futuro si possano evitare danni e disagi, come quelli avvenuti da poco.
Vogliamo ricordare che nel nostro paese si continua ad investire poco nella sicurezza dei territori, anche se sarebbe enormemente più intelligente intervenire sulla prevenzione del rischio idrogeologico e la cura del suolo. Infatti negli ultimi anni si è spesa una cifra di quasi 4 volte superiore solo per riparare i danni da fenomeni atmosferici.
Certo, sapere che riusciamo a spendere ancora quasi 70 milioni di euro al giorno in spese militari, mentre si riescono a trovare con enorme difficoltà i soldi necessari per affrontare un tema così delicato che se non affrontato pone a rischio anche l’incolumità dei cittadini, è molto imbarazzante. Gli ultimi governi che si sono succeduti, e anche la Regione Veneto, dovrebbero invece pensare di più al territorio dove tutti noi viviamo.
Vogliamo sottolineare che tra le cause dei fenomeni di allagamento di vaste aree del trevigiano vi è anche il massiccio consumo di terreno agricolo, preferito al cemento. Solo negli ultimi anni un’ area di preziosa terra da coltivare grande come i comuni di Treviso e Castelfranco Veneto insieme, è stata letteralmente “mangiata” dal cemento in tutta la nostra provincia.
In questo modo l'acqua riesce sempre con maggiore difficoltà ad essere assorbita in quanto non trova che costruzioni o altro sul suo percorso. Insomma continuiamo a pensare che,( anche se da tempo avevamo sottolineato come una delle priorità da affrontare subito il rischio idrogeologico attraverso la presentazione di ordini del giorno, interrogazioni e richieste di commissioni), la relativa messa in sicurezza del territorio appare per il momento un tema che poco riesce a tener banco, in chi ci governa.
Anche il Capo della Protezione Civile Gabrielli, ha indicato la via della non edificazione per i prossimi dieci anni, come uno dei modi per prevenire i danni causati dal maltempo. Ma da noi tra prossimi piani casa, grandi opere viarie e non, questo consiglio non sarà sicuramente ascoltato.
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mercoledì 12 febbraio 2014
Interrogazione sullo stato dell'Istituto " Maffioli" di Castelfranco Veneto
Al Presidente della Provincia di
Treviso
Dott. Leonardo Muraro
Interrogazione art .54 (regolamento consiglio
provinciale)
Premesso che:
L’istituto Alberghiero
"Maffioli “ di Castelfranco Veneto è un’importante struttura scolastica presente
nella castellana, con oltre 1600 studenti suddivisi in ben sei sedi: quella
principale di Villarazzo, villa Dolfin, Soranza e quelle distaccate di Possagno
e Crespano e infine quella di via Ricciati;
Quest’ultima è una sede situata in
un edificio che da anni presenta delle gravi carenze da un punto di vista
statico e strutturale. Un edificio molto vecchio, con numerose crepe sulle
pareti e sui soffitti e con calcinacci pronti a staccarsi insieme a porte
inutilizzabili.
Grave è l’assenza, segnalata
anche dalla Preside, di normali vie di esodo che dovrebbero garantire una
evacuazione sicura, in caso di emergenza ( sempre nella sede di Via Ricciati).
Considerato
che:
All’interno della struttura scolastica sopraindicata,
sono presenti più di 350 persone tra studenti, personale docente e non che “
vivono “ gran parte della loro giornata di studio e lavorativa in condizioni di
totale degrado e di pericolo reale
Il sottoscritto Consigliere
Chiede di conoscere :
Quali sono le misure concrete messe in atto sino ad
ora, dalla Amministrazione Provinciale per risolvere in modo definitivo, questa
grave situazione di inadempienza strutturale, che ormai è presente da numerosi
anni, all’interno dell’Istituto di Castelfranco Veneto.
Treviso, 12 febbraio 2014
Il Consigliere Provinciale
Luigi Amendola
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Interrogazione sulla difesa idrogeologica del nostro territorio
Al Presidente della Provincia di
Treviso
Dott. Leonardo Muraro
Interrogazione art .54 (regolamento consiglio
provinciale)
Premesso che:
La provincia detiene la funzione
delegata dalla Regione del Veneto all'Art. 85 della L.R. 11/2001:
pronti interventi di difesa
idrogeologica, monitoraggio di abitazioni coinvolte in aree di dissesto,
controllo dei movimenti franosi di versante a tutela della pubblica incolumità,
ripristino e/o consolidamento di tratti di viabilità provinciali interessate da
situazioni di emergenza dovute a calamità naturali, interventi sulla viabilità
comunale nel caso sussista un pericolo per la pubblica incolumità o sia interdetto
l'accesso ai mezzi di soccorso.
Sono conferite alle province le
funzioni relative:
a) alla programmazione, progettazione, approvazione ed esecuzione degli interventi di difesa idrogeologica e dei relativi manufatti, funzionali alla prevenzione di dissesti e alla messa in sicurezza della rete viaria della provincia;
b) alla programmazione, progettazione, approvazione ed esecuzione degli interventi per il consolidamento degli abitati e all'attuazione dei piani di trasferimento ai sensi della legge regionale 12 aprile 1999, n. 17, nei limiti dei finanziamenti disponibili e di linee guida delle classificazioni predisposte dalla Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 1 della legge regionale citata;
c) alla realizzazione di pronti interventi relativamente alle opere di cui alle lettere a) e b);
d) alla realizzazione d’interventi di sistemazione di rive e sponde lacuali;
e) alle concessioni di sponde e di spiagge lacuale, di superficie e di pertinenze dei laghi e alla relativa polizia idraulica ivi compresa l'estrazione di materiali inerti;
f) alla vigilanza in materia di acquacoltura, già attribuita alla Regione, di cui all'articolo16 della legge 17 febbraio 1982, n. 41 "Piano per la razionalizzazione e lo sviluppo della pesca marittima".
a) alla programmazione, progettazione, approvazione ed esecuzione degli interventi di difesa idrogeologica e dei relativi manufatti, funzionali alla prevenzione di dissesti e alla messa in sicurezza della rete viaria della provincia;
b) alla programmazione, progettazione, approvazione ed esecuzione degli interventi per il consolidamento degli abitati e all'attuazione dei piani di trasferimento ai sensi della legge regionale 12 aprile 1999, n. 17, nei limiti dei finanziamenti disponibili e di linee guida delle classificazioni predisposte dalla Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 1 della legge regionale citata;
c) alla realizzazione di pronti interventi relativamente alle opere di cui alle lettere a) e b);
d) alla realizzazione d’interventi di sistemazione di rive e sponde lacuali;
e) alle concessioni di sponde e di spiagge lacuale, di superficie e di pertinenze dei laghi e alla relativa polizia idraulica ivi compresa l'estrazione di materiali inerti;
f) alla vigilanza in materia di acquacoltura, già attribuita alla Regione, di cui all'articolo16 della legge 17 febbraio 1982, n. 41 "Piano per la razionalizzazione e lo sviluppo della pesca marittima".
Considerato
che:
Dopo le ultime settimane di
maltempo, il nostro territorio è stato in allarme di rischio idrogeologico per
molti giorni a causa di esondazioni di numerosi corsi d’acqua, che
hanno allagato vaste zone della marca, innalzamento di falde e di
numerosi e preoccupanti fenomeni franosi, che hanno invaso alcune strade
provinciali. Una situazione che ha creato numerosi disagi ai nostri
cittadini e danni a colture agricole e alla fauna in
genere. Una situazione di forte disagio al nostro territorio, che
accade ormai di frequente, ogni qualvolta che avvengono precipitazioni al di
sopra della norma, causati anche da una carenza di interventi per
la difesa idrogeologica . Una situazione che pone la messa in sicurezza del
territorio come una delle priorità da affrontare al più presto, da chi ci
amministra
Secondo quanto affermato sulla
stampa locale dal Presidente Muraro , “ la Regione Veneto è inadempiente nei
confronti della provincia, del mancato trasferimento della somma di 10 milioni
di euro dovuti per delega regionale dall’anno 2008”, proprio per la funzione
delegata dalla Regione Veneto, per la difesa idrogeologica. La somma
relativa al mancato trasferimento è quella riferita al demanio idrico.
Il sottoscritto Consigliere
Chiede di conoscere :
La somma
precisa che la Regione deve trasferire alla provincia, secondo quanto previsto
dalla delega regionale, alla data di oggi;
I motivi per
cui l’amministrazione provinciale ed il Presidente della Provincia non si
sono attivati prima per chiedere quanto è dovuto presso
la Regione;
Se è stata
inoltrata richiesta ufficiale per il trasferimento delle risorse
necessarie per la difesa del suolo da un punto di vista idrogeologico;
Le somme
stanziate negli ultimi anni ( dal 2008 ad oggi ) per interventi di prevenzione
e per interventi di sistemazione relativi al dissesto idrogeologico;
Elenco dei
danni causati dal maltempo, riferito a quanto di competenza della provincia,
con la relativa stima dei costi.
Treviso, 12 febbraio 2014
Il Consigliere
Provinciale
Luigi Amendola
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