Mercoledì 3 settembre si è svolto,
in Provincia, il primo incontro dell'Osservatorio sulle mafie e le criminalità
organizzate nel nostro territorio. Uno strumento voluto da Sinistra
Ecologia Libertà che ha visto l’immediata e convinta partecipazione di tutte le
forze politiche presenti in Consiglio Provinciale. Un tavolo nato con lo scopo
non di sostituirsi agli organismi giudiziari, ma quello di affiancarsi a chi
lotta in prima linea contro la mafia. Un luogo dove cercare di mettere in campo
delle azioni concrete volte soprattutto alla promozione e sviluppo della
cultura della legalità e delle buone pratiche amministrative, che possono
essere un valido aiuto per contrastare questo pericoloso fenomeno.
Alla erano presenti il direttore
nazionale di Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani, il referente provinciale di
Avviso Pubblico, Maria Grazia Tonon, e il referente provinciale di Libera,
Franco De Vincenzis. Le due associazioni sono protagoniste da anni nel
cercare di formare e informare amministratori locali e i cittadini su cosa sono
le mafie, su come si muovono anche all’interno delle amministrazioni e della
società, e su tutte le attività illecite legate alla criminalità organizzata.
Attraverso degli atti ufficiali
in possesso della Direzione nazionale Antimafia s’inizia a intravvedere l’emergere
del fenomeno anche nella nostra provincia.
Un fenomeno che sia “Avviso pubblico” che “Libera” identificano come una
"delocalizzazione" e non come una vera e propria infiltrazione totale
nel nostro tessuto produttivo. Questo non significa sottovalutare il problema,
anzi è proprio ora che siamo nella fase iniziale che si possono e si devono
prendere misure efficaci di contrasto.
La crisi dilaniante e perdurante
che stiamo vivendo, che vede un repentino impoverimento di molti piccoli e medi
imprenditori, può essere terreno fertile per il fenomeno del racket e
dell’usura.
Accade così che aziende decotte o
in crisi di liquidità vengano, con la complicità di alcuni professionisti, comprate
con denaro di dubbia provenienza. Esistono a tal proposito numerose
segnalazioni da parte della procura, che evidenziano operazioni finanziarie di
natura sospetta.
Anche il moltiplicarsi nel nostro
territorio di sale slot e giochi di ogni genere, dove il denaro può sembrare un
facile guadagno, è preso di mira dalle organizzazioni criminali, per far girare
del denaro sporco e attuare fenomeni di riciclaggio e “pulizia” di proventi
illeciti.
Da segnalare che mesi addietro,
l’Ulss 9 ha evidenziato l’esistenza del fenomeno del gioco patologico (sono
circa 200 i pazienti seguiti direttamente), ma il fenomeno è ben più grande e
si parla di circa 3000 trevigiani affetti da una forte ludopatia.
Sono segnalati sempre dalla
Procura, notizie di usura, dove imprenditori in grande difficoltà, sono
costretti a ricorrere a soldi subito con elevatissimi interessi, anche
perché giorno dopo giorno banche e finanziarie anticipano somme o erogano fidi,
con sempre maggiore difficoltà.
Anche i numerosi appalti riferiti
ad alcune grandi opere (esempio l’autostrada Orte-Mestre e altre) iniziano a
essere nel mirino della mafia.
Tutte queste informazioni in
possesso di Avviso Pubblico e di Libera, provengono da
intercettazioni telefoniche e indagini che gli organi giudiziari, hanno
compiuto o continuano a compiere in tutta la nostra Regione.
Che cosa poter fare concretamente
per cercare di fronteggiare come Istituzioni questi problemi?
E’ questo il compito che il nuovo
strumento nato in provincia si è dato.
Anche attraverso i fondi messi a
disposizione dalla recente legge regionale n.48, che non solo favorisce
l’attività repressiva, ma cerca di porre in una serie di azioni legate
alla formazione e all’informazione sui fenomeni e i fatti legati alle mafie,
come uno dei pilastri fondamentali per cercare di combatterla: fare formazione
nelle scuole sul corretto uso del denaro, dossier da divulgare ai cittadini
dove è descritto con dettaglio come le attività criminali spesso si celino
dietro delle attività apparentemente legali; una raccolta di articoli
riguardanti fatti e notizie che hanno visto coinvolte le mafie nella nostra
provincia, come monitoraggio del fenomeno; organizzare seminari e corsi anche
per gli amministratori per cercare di renderli coscienti della pericolosità del
fenomeno e come spesso attraverso dei semplici e piccoli appalti dati a ditte,
può iniziare una vera e propria infiltrazione dell’attività criminale.
E' stata avanzata anche l'ipotesi
di estendere il “Patto per la
Legalità” già firmato nel 2012 dalle categorie, anche agli
ordini professionali, in quanto rappresentanti di soggetti potenzialmente “a
rischio”. Andando così a potenziare il Protocollo di Legalità firmato dalle
istituzioni nel 2014 in ambito di appalti e servizi.
Insomma, attraverso la diffusione
di una maggiore cultura della legalità e delle buone pratiche amministrative, la Provincia in
collaborazione con tutti i comuni della marca trevigiana, può iniziare a porre
in essere una piccola ma solida e importante “barriera” alle mafie e a tutte le
attività illegali ad esse collegate.
di seguito i due link di Avviso Pubblico e di Libera