martedì 31 dicembre 2013

Non alimentiamo le paure dei cittadini


Iniziamo a smarcarci da alcune considerazioni troppo facili e superficiali che leggiamo.

Molto spesso quando si parla di microcriminalità si  evidenzia sulla stampa, quando vengono inseriti e descritti i fatti, la provenienza per lo più straniera del delinquente.

Molto spesso ormai i singoli reati dei cittadini italiani non sono nemmeno pubblicati, certi di non fare quasi più notizia.
Infatti anche il Ministro Kyenge ha più volte sottolineato il grave errore che si sta facendo nel nostro paese , cioè quello di dare maggiore spazio  ALLA PROVENIENZA dell'autore del crimine rispetto AL CRIMINE stesso.
Risultato assai scontato è che lo straniero è ormai percepito come pericolo imminente.
Mogliano Veneto è sempre stata una città sicura se paragonata a tante altre realtà italiane, ma quando i singoli episodi vengono descritti mettendo al centro dei ragionamenti le differenze tra le PERSONE invece che i problemi (in questi casi il crimine, che non dipende dal colore della pelle e nasce da cause sociali più profonde), oltre a percepire una città insicura corriamo il rischio di perdere di vista le cause sociologiche che portano a questi episodi estremi e di conseguenza , nel momento in cui si rende necessario favorire una cultura dell’accoglienza e di benessere dei cittadini (che non riguardi solo gli stranieri), si contrappone una cultura di mera sicurezza che parla soltanto di repressione e inasprimento del controllo e della militarizzazione del territorio e delle pene per tutti, italiani e non.
Oggi è stata pubblicata una apposita ricerca dell'Università la Sapienza di Roma dove viene riportato che la provincia di Treviso è la seconda in Italia in fatto di sicurezza, mentre siamo più in difficoltà in fatto di vivibilità.
Quindi questa ricerca ha sottolineato che viviamo in un territorio già sicuro.
Ci dispiace che  molti  continuino a strumentalizzare questa tematica, per catturare qualche consenso elettorale in più. 
E' IMPOSSIBILE socialmente vivere in un luogo dove non accada nessun reato.
Noi come Sinistra Ecologia Libertà ci sentiamo in dovere di affrontare un percorso di analisi culturale diverso, che non accetta l’intolleranza razziale e la sua evidenziazione come ingrediente con il quale convivere, a partire dall’uso di un linguaggio che sappia costruire la buona politica di civiltà per il bene sociale.
Nessuna militarizzazione delle nostre città , ma dialogo continuo e continui sforzi, per l'inclusione degli emarginati.
Nessuno si è mai preso la briga di vivere la città dalla loro parte veramente. 
Con gli anni si è fatta della ricerca per la sicurezza del cittadino ad ogni costo sempre e comunque, l'UNICA politica del nostro territorio, con il risultato di lasciare indietro e non risolti altri problemi.
Infatti sempre nella ricerca dell'Università di Roma, la provincia di treviso è al decimo posto in fatto di VIVIBILITA'.
Significa che viviamo sicurissimi, ma non tanto bene.
E' talmente evidente la cronica mancanza di spazi di aggregazione, di convivialità e di luoghi di inclusione sociale, che alla fine si vive esclusivamente chiusi nelle proprie abitazioni, oppure si entra in qualche locale privato ( pochi anche), oppure si passano le giornate di riposo domenicale e festivo negli immensi spazi dei centri commerciali. 
A noi sembrano e sono ben più gravi, da affrontare subito, altri problemi di ordine pubblico e di sicurezza, ma anche di gravi carenze sociali. 

Noi siamo preoccupati per esempio: 
dei rischi di infiltrazioni mafiose all'interno del tessuto produttivo, dove molte aziende sono ormai in crisi e facile preda di acquisizioni assai dubbie.
del fenomeno dell'usura, che porta i piccoli imprenditori  oppressi dai debiti, a dover  chiedere denaro a tassi di interesse elevatissimi, alle organizzazioni malavitose.
la presenza di gruppi organizzati di estrema destra, soprattutto nel capoluogo e non solo ( ogni anno abbiamo una festa fascista nella nostra provincia), tendenti a diffondere pericolosi messaggi di odio e di pratiche violente.
della disgregazione nel nostro e nei nostri comuni del tessuto sociale legato alla presenza di una povertà dilaniante, causata dalla crisi e dalla perdita di lavoro.
Quindi cerchiamo di evitare le facili strumentalizzazioni su un problema che non è un problema, ma soltanto un " facile " veicolo elettorale.
Invocare la sicurezza ad ogni costo, sempre e comunque è un metodo alquanto squallido per poter prendere qualche voto in più ed è, nel contempo, molto pericoloso perchè porta a percepire tutta la realtà "diversa" come un pericolo imminente, quando poi non lo è veramente.

venerdì 20 dicembre 2013

La fusione a "freddo" dei comuni di Villorba e Povegliano



Durante l’ultimo Consiglio Provinciale svoltosi il giorno 16 dicembre u.s., si è discussa la variazione delle circoscrizioni comunali per la fusione dei comuni di Villorba e Povegliano, parere non vincolante secondo quanto previsto della Legge Regionale n. 25 del 1992.
La votazione finale ha visto tutti i gruppi politici presenti favorevoli escluso il nostro che si è astenuto.
Un’astensione data dalla nostra perplessità, espressa chiaramente durante la seduta consiliare.
Per noi è stata subito evidente una contraddizione.
Pur essendoci uno studio di fattibilità dell’Università di Padova che tendeva a giustificare questa fusione, non abbiamo capito il perché la stessa dovesse avvenire con una consultazione referendaria dei cittadini dei due comuni dopo il parere della Regione Veneto  e non il contrario: i cittadini sono stati messi in secondo piano dalle istituzioni
Far esprimere la volontà dei cittadini dei due comuni interessati facendoli partecipare attivamente a una tale decisione così importante per noi è un dato fondamentale ed invece  per mesi questo processo ha visto protagonisti sui giornali solo sindaci, associazioni di categoria  anche sindacali e alcuni consiglieri regionali che si esprimevano in maniera incoerente su questa fusione, adducendo una serie di motivazioni alquanto vaghe.
Non a caso in questi giorni la procedura di fusione tra i comuni di Villorba e Povegliano sta incontrando una serie di intoppi.
Tutto questo conferma le nostre perplessità su operazioni di accorpamento e fusione studiate a “ tavolino”, i cui effetti econimici "positivi" non sono dimostrabili concretamente negli anni a venire .

Siamo convinti e non desideriamo alimentare false illusioni, ad esempio  che dall’intera  riforma del titolo V della nostra Costituzione -fortemente voluta sia dal governo Monti prima e ora messa in pratica dall’attuale Letta- possano arrivare le risorse necessarie per uscire dalla crisi sul capitolo " costi della poltica".
Notiamo  che lo stesso ministro non valuta come consistente il risparmio di risorse economiche nella tematica attualmente di moda della riforma delle  province.
Noi rispondiamo che il risparmio sarà ridicolo e ci sarà  solo uno svuotamento delle loro funzioni e la trasformazione in enti di secondo livello e non  si permetterà più ai cittadini di poter esprimere i loro rappresentanti.
Una minore democrazia rappresentativa, null’altro.
Le province  sono il refrain del momento in merito alla riduzione dei costi della politica, ma in realta' quanto a  numeri e cifre, sono gli enti locali che ci costano meno  come cittadini.  Ben più care e salate per le nostre tasche sono le regioni e soprattutto la miriade di enti di partecipate pubbliche.
Solo nel Veneto esistono  più di 170 di questi enti,  il cui costo solo di stipendi dei presidenti o amministratori nominati dai vari partiti, si aggira intorno al milione e duecento mila euro l’anno e parliamo delle sole spese dei soli “ nominati”, tralasciando la spesa dell’intera struttura. Ricordiamo che moltissime funzioni svolte da questi enti, potrebbero essere tranquillamente svolte  dai vari enti locali (comuni, province) con l'affiancamento della regione.

Tornando sulla “affrettata” fusione voluta a tavolino dai due Sindaci dei comuni di Villorba e Povegliano, questa non dovrebbe basarsi, come sta avvenendo,  sull’amicizia o simpatia dell’amministratore confinante, ma solo sulla possibilità concreta che possa portare un reale beneficio ai cittadini: perché non iniziare a considerare il nostro territorio realmente suddiviso i poli di “vita sociale e lavorativa?".
Parliamo di poli scolastici, ospedalieri, produttivi e commerciali. Queste aree sono tutte concentrate nelle medie città della nostra provincia  e fanno parte di veri e propri comprensori.
Aree “ vere” e vissute  dove si svolge tutta a nostra vita personale e lavorativa.


Forse e' più opportuno rafforzare Treviso facendola diventare una grande città e insieme con i paesi e le realtà circostanti  iniziare a ragionare in termini di mandamenti come, ad esempio, il vittoriese, la castellana, il coneglianese. Crediamo sia un un modo più  strutturato ed utile di creare a un vero progetto di razionalizzazione sia dei costi sia delle funzioni fruibili dai cittadini.
 Adeguare le istituzioni alla nostra vita  e non il contrario potrebbe essere la vera soluzione ed invece si obbligano i cittadini  ad adeguarsi a disegni  ingegnosi, irrazionali e nel contempo poco utili e poco vicini alle loro esigenze, creando situazioni in cui  noi stessi ci troviamo totalmente soli e smarriti  nel cercare di risolvere i reali problemi quotidiani.

giovedì 12 dicembre 2013

Congresso SEL provincia di Treviso 01/12/2013


Relazione del coordinatore Luca De Marco al 2° congresso provinciale di Sinistra Ecologia Libertà di Treviso

giovedì 5 dicembre 2013

No alla cartiera Rotocart a Castelfranco Veneto

La Provincia di Treviso ha approvato qualche giorno fa, la trasformazione di una grande area industriale in via Sile a Castelfranco. 

Una variante urbanista  proposta e già avallata dalla Giunta Dussin .Questo terreno della dimensione di 120 mila mq verrà  messo all’asta, secondo quanto dichiarato dal Sindaco della città della castellana, al miglior offerente privato.

Secondo noi questo atto amministrativo è l’inizio per il possibile insediamento del vecchio progetto relativo alla Rotacart .

Vogliamo ricordare che l’insediamento Rotocart è uno stabilimento di circa 700 mila metri cubi ed essendo anche una cartiera, può avere anche dei ritorni negativi per quanto rigurda la salute dei cittadini ( fumi e polveri  nell'aria).

Inoltre il progetto della cartiera prevedeva anche una escavazione di molti metri nel terreno.

Noi manifestiamo non solo una netta contrarietà a questo eventuale nuovo progetto, ma vogliamo anche ricordare che contro un nuovo insediamento nell’area industriale di Via Sile a Castelfranco, i cittadini hanno raccolto circa 3000 firme.


Siamo accanto al comitato " No Ecomostro" che lotta per impedire nuovi insediamenti con un grande impatto sul territorio

Su ciò che ne sarà della nuova area industriale a Castelfranco, abbiamo intenzione di presentare una interrogazione in merito, per conoscere ciò che la Provincia conosce in merito al futura destinazione di quel terreno.

Sabato scorso abbiamo manifestato accanto ai comitati ed alle associazioni di tutto il Veneto, che desiderano proteggere il nostro territorio.

Noi continueremo questa battaglia, perchè crediamo che si debba agire per uno sviluppo che sia sempre eco sostenibile.

martedì 3 dicembre 2013

Per Il Liceo Giorgione a Castelfranco, servono risposte vere ed immediate e nel rispetto del verde

La caduta dell’intonaco dal soffitto di una aula della scuola media di Treville è solo l’ultimo episodio che conferma lo stato di degrado delle scuole di Castelfranco che va ad aggiungersi alla grave mancanza di aule, laboratori e palestre per gli istituti superiori.
Solo un dato: oltre 1200 studenti non fanno lezione presso l’istituto di appartenenza perchè mancano oltre 40 aule.

A tal riguardo sembra che qualcosa si muova, in settimana sarà infatti presentato in commissione urbanistica un progetto per il liceo Giorgione e per la riqualificazione dell’area verde di via Forche.

Meglio tardi che mai, ma soprattutto speriamo non si tratti dell’ennesimo progetto impercorribile perché non ci sono le risorse necessarie.

Sinistra Ecologia Libertà ribadisce la propria posizione ferma e chiara: 20-25 aule e riqualificazione dell’area verde al servizio delle studenti e dei residenti.
E’ una soluzione che metterebbe d’accordo i cittadini del quartiere che gli utenti del Liceo.

Da sempre ribadiamo che l’unica soluzione percorribile in tempi stretti e con risorse limitate è il completamento del Nightingale con la realizzazione di 25 aule che potrebbero in tempi stretti togliere gli studenti del liceo Giorgione dai prefabbricati e dai piani interrati e in parte potrebbe essere utilizzate dallo stesso Nightingale.

Successivamente si deve realizzare la palestra utilizzabile anche dagli altri istituti della zona.

Tutto questo  nell’area recintata e già destinata a uso scolastico.
Un nuovo liceo va invece pensato e realizzato in aree limitrofe, ma non nell’area verde di via Forche.

Per quanto riguarda quell’area verde, Sinistra Ecologia Libertà ribadisce che non deve essere ridimensionata e anzi deve essere valorizzato il suo utilizzo in favore degli studenti, dei residenti e della città come proposto anche dal Comitato Ambiente.

Non aspettiamo più vaghe risposte, ma una vera soluzione del problema.
Gli studenti e gli utenti delle scuole della castellana, si sono stancati abbondantemente, delle promesse che da anni gli vengono annunciate.


       Mario Bertolo
Sinistra Ecologia Libertà