giovedì 31 ottobre 2013

Serie difficoltà nella nostra provincia, per l'inserimento nel mondo del lavoro dei disabili

La Provincia di Treviso tra le sue funzioni nel campo del lavoro, gestisce  il Servizio per il Collocamento Mirato, ex Legge 68/99.
Una parte del mondo del lavoro, molto delicata come il mondo dei disabili psichici, fisici ed intellettivi è oggetto di una via preferenziale, prevista dalla legge, per un loro inserimento protetto ed obbligatorio nel campo lavorativo.Molte aziende del territorio, usufruiscono di un incentivo per assumere come da obbligo, lavoratori con gravi handicap. 
Tenuto conto anche degli indirizzi del Governo, che tendono a dare maggior sostegno al reinserimento lavorativo di quelle fasce di lavoratori, che per effetto della crisi in atto, vengono a trovarsi in stato di disoccupazione in età superore ai 50 anni e del monitoraggio effettuato dal Servizio per il Collocamento Mirato che rileva numeri crescenti degli iscritti disabili over 50/55 ed una percentuale bassa di assunzioni dello stesso target, è stato istituito un incentivo da concedere una-tantum alle aziende che assumono soggetti disabili compresi nei seguenti target:
over 55 a prescindere dalla percentuale di invalidità.
over 50 con disabilità fisica dal 67%
over 50 con disabilità psichica o intellettiva a prescindere dalla percentuale d’invalidità.
Nell'ultima commissione lavoro, abbiamo avuto purtroppo una notizia che ci ha preoccupato.
La Provincia di Treviso dall'anno 2010 non riceve più le risorse necessarie dalla Regione Veneto per questo tipi di inserimenti lavorativi. Esiste infatti un Fondo Regionale Disabili, incrementato anche dalle sanzioni che alcune aziende preferiscono pagare per non assumere questi soggetti sfortunati ( 25 euro al giorno per ogni disabile non assunto). Ad oggi nessun trasferimento è stato assegnato alla nostra provincia.
La somma rimasta ad oggi per il collocamento mirato è di soli 83 mila euro. Una cifra esigua per lo scopo. 
Abbiamo chiesto subito i veri motivi sia all' Assessore provinciale al lavoro, che alla Dirigente del servizio. Ambedue ci hanno risposto con un laconico "non lo so esattamente ", " ci sono problemi contabili".
Sinceramente questa risposta non ci ha convinto per niente, e desideriamo andare a fondo a questa situazione.
Forse questa somma è vincolata dal patto di stabilità della Regione, e questo è ancora più grave, in quanto già il lavoro è difficile trovare per le persone prive di disabilità, figuriamoci quale insormontabile ostacolo devono superare, quelle con gravi Handicap fisici, psichici ed intellettuali.
Continueremo nella nostra battaglia, affinché queste risorse siano al più presto trasferite dal Fondo Regionale alla Provincie, in quanto la tutela delle fasce deboli deve essere una vera priorità, in questo momento di grave crisi economica e lavorativa.