venerdì 10 maggio 2013

Asolo non ha bisogno di altro cemento



Nella città dei “ Cento Orizzonti “ si sta svolgendo una vera e propria battaglia per fermare l'adozione del nuovo Piano di Assetto Territoriale da parte del Comune di Asolo.
La Giunta Comunale intende far approvare, infatti, un piano urbanistico che ormai molti chiamano “la nuova colata di cemento” ai piedi delle colline che ospitano uno dei borghi più belli d'Italia. Si tratta di una proposta che ha visto una vera e propria levata di scudi a protezione della città, da parte dei cittadini, delle associazioni di categoria,  dei lavoratori del territorio e delle associazioni ambientaliste.
Addirittura due ministri ed alcuni noti intellettuali italiani e stranieri hanno manifestato la loro netta contrarietà nei confronti di questo nuovo progetto, che tra l'altro porta anche la firma di due noti architetti che si sono subito dissociati dall'aver redatto o partecipato alla stesura definitiva di questo strumento urbanistico.
Anche la stampa inglese si è schierata contro la cementificazione, dando risalto alla bellezza del borgo, che con quel paese ha un antico legame, tanto che nel 1987 la Regina d’Inghilterra vi si stabilì qualche giorno per la sua visita in Veneto.
Alla fine l'unico sostegno pubblico alla Giunta di Asolo è stato espresso dal Presidente Muraro. Un appoggio che a noi appare nettamente sbagliato e da accanito tifoso della Lega, in assoluto disprezzo per una parte del territorio che anche lui governa. Da parte nostra   porteremo alla attenzione del Consiglio Provinciale un nostro preciso Ordine del Giorno, per esprimere la nostra netta e convinta contrarietà  in merito alla adozione del P.A.T del Comune di Asolo, cercando il consenso di tutti i gruppi consiliari.
Se andiamo ad analizzare nel dettaglio il piano,  risultano  delle evidenti contraddizioni rispetto al reale fabbisogno espresso tempo fa dai cittadini
Infatti, nel 2008 era stato presentato alla città un Documento Preliminare al PAT attraverso un reale percorso partecipato, illustrandolo e spiegandolo in modo chiaro e trasparente a tutti gli attori del territorio. Quindi si era iniziata una strada giusta per una corretta pianificazione del territorio, secondo quanto previsto dalla legge urbanistica regionale: non a caso, il documento era stato accolto con favore dai cittadini perché erano previsti degli incrementi edificatori molto limitati e solo per le singole proprietà abitative.
La Giunta a quei tempi non aveva ricevuto alcuna osservazione da parte dei singoli e dei gruppi e associazioni coinvolti ed era proprio da lì che si doveva partire come punto di riferimento, senza procedere negli anni successivi a dei veri e propri inutili stravolgimenti.
Invece dopo 5 anni la Giunta di Asolo, ha licenziato un nuovo P.A.T (in copianificazione con la Provincia di Treviso), in netto contrasto con il Documento Preliminare presentato nel 2008 e senza alcun processo di condivisione con la cittadinanza.
Nel dettaglio, ad esempio per il centro storico, si doveva individuare un esatto perimetro, puntare sulle potenzialità di riqualificazione, definire gli eventuali fattori di abbandono o degrado sociale, ambientale ed edilizio. Partendo da una attenta analisi dei reali fabbisogni abitativi della comunità locale.
Si doveva sopratutto procedere con rigide prescrizioni per salvaguardare con decisione gli elementi di rilievo storico ed architettonico.
Invece nel totale disprezzo della bellezza del centro storico, non solo non si evidenziano i caratteri architettonici da tutelare ma, nel P.AT., si arriva a considerare l'edilizia rurale storica anche più importante di tutto l'edificato del centro.
Stravolgendo il Documento Preliminare che considerava nella zona di “Asolo Centro Storico” ipotesi di sviluppo edificatorio solamente con interventi di recupero del già edificato, si arriva ora ad un aumento della cubatura edificabile da 4000 mc a più di 50.000 mc, la cui localizzazione maggiore è all'interno del centro storico.
L'aumento della cubatura appare sproposita e ben al di sopra del reale fabbisogno di abitazioni.
Per quanto riguarda lo sviluppo delle attività produttive, nel documento del 2008 si affermava che gli insediamenti industriali ed artigianali presenti, soddisfacevano le necessità del territorio.
Diventa non giustificabile, sopratutto in questo momento di crisi economica ormai perdurante, come possa il nuovo P.A.T., prevedere la possibilità di ampliare di altri 150.000 mq, la zona produttiva già presente. In questo caso addirittura si dovrebbe provvedere ad una deroga del P.T.C.P. In vigore, in quanto la zona produttiva oggetto dell'intervento di ampliamento, è classificata nel piano provinciale come “non ampliabile”.
In questo caso ci appare incomprensibile come possa la Provincia di Treviso dichiarare la conformità del nuovo strumento urbanistico. Infatti vi è un contrasto totale, contravvenendo anche le linee guida presenti nel piano provinciale, che privilegiano il riutilizzo e la riqualificazione delle aree presenti.
Vogliamo ricordare che nel territorio provinciale sono presenti 1077 aree produttive, che corrispondono a oltre una decina per ogni comune della Marca.
Quindi Muraro, prima di continuare nella sua idea fissa di prediligere il cemento, rispetti almeno il P.T.C.P che come Presidente della Provincia deve preoccuparsi di applicare.
Cerchiamo veramente di fermarci anche questa volta e di non volere privilegiare le ragioni del cemento su quelle del territorio (vedi i precedenti dei casi IKEA a Casale e di Barcon di Vedelago).
Lasciamo lì cosi come è la bellissima città di Asolo, lo desiderano i cittadini e lo meritano sopratutto le incantevoli strutture architettoniche presenti, cariche di bellezza, cultura e storia.

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