domenica 14 aprile 2013

ASCOPIAVE non deve essere legata alle beghe della Lega




La Lega non è la proprietaria del futuro economico del nostro territorio e sopratutto l'operazione che è descritta oggi sulla stampa deve essere trasparente e spiegata ai cittadini e ai sindaci in modo chiaro e diretto. A tal proposito chiederemo anche un pronunciamento ufficiale tramite presentazione di una mozione in merito in Consiglio Provinciale per conoscere e garantire il futuro di Ascopiave che è una azienda sana e non capiamo il perché deve essere incorporata all'interno di una altra Azienda ( AGSM di Verona ) che vanta quasi 300 milioni di debiti verso le banche e quindi non sana ed il tutto a svantaggio della Comunità Trevigiana andando a sopperire alla mala gestione operata dalle Amministrazioni di un altro territorio.
Desideriamo porre all'attenzione dei Sindaci Trevigiani il problema perché è assolutamente necessario che ogni operazione che, tramite i comuni consorziati in ASCOPIAVE, veda partecipi i cittadini che poi sono indirettamente i proprietari della società stessa.

Asco, la battaglia finale «Tosi la riempirà di debiti»

Lega nella bufera: nel giorno del direttivo regionale padano in cui Flavio Tosi dovrà prendere atto delle dimissioni di Giorgio Granello - segretario trevigiano sfiduciato dai bossiani - e commissariare la Marca, scoppia la bomba Ascopiave, ossia il tentativo del leghisti maronian tosiani veronesi di conquistare il colosso del gas di Pieve di Soligo, guidato con il presidente Zugno dai lealisti bossiani. Maronian tosiani che nella Marca fanno appunto riferimento a Granello.
A gridare allo scandalo è Enrico Quarello, ex segretario del Pd oggi nel consiglio di amministrazione di Ascopiave. Il suo timore? Che Tosi voglia portare a segno la fusione tra Ascopiave e la veronese Agsm, società carica di debiti: «Dietro i finti buoni propositi di Tosi di costruire un polo veneto delle multiutility», dice Quarello, «c’è l’obiettivo di utilizzare il patrimonio finanziario di Ascopiave per risolvere problemi altrui. Con la disastrosa conseguenza di spostare fuori Treviso il luogo decisionale e quindi la forza di Ascopiave come azienda del territorio e dei suoi cittadini, ammazzando le disponibilità finanziarie che oggi sono una grande risorsa per i Comuni trevigiani soci, sotto forma di dividendi». Ecco perché, sostiene sempre Quarello, Granello ha proposto ai ribelli bossiani per ritirare le proprie dimissioni una piattaforma comune - subito rigettata - in cui si parla di «portare trasparenza» nelle partecipate, Ascopiave in testa. A lanciare per primo l’allarme sull’intenzione dei veronesi di espugnare Ascopiave, confermando voci che circolano da tempo, è stato però un articolo di Nordesteuropa, in cui si ricorda che Tosi è stato il principale sponsor della nuova società 2V Energy, nata da Agsm di Verona e Aim di Vicenza, che hanno dato vita a una newco per l’acquisto di gas ed energia pronta a espandersi. Dove? Nel Polesine, dove Asm Set è la partecipata della spa del Comune di Rovigo che ha il 51% delle azioni, mentre il resto è in mano a Ascopiave. Ma Rovigo vorrebbe vendere.
Un panorama fatto di soldi e potere, imperniato nella guerra tra bossiani e maronian tosiani. Ecco perché a Quarello puzza di bruciato la recentissima uscita di Granello, fidato di Tosi ma anche di Maroni, che ieri gli ha telefonato per dirgli di tenere duro contro i bossiani: «guarda caso», Granello ha attaccato il presidente di Ascopiave Fulvio Zugno, lealista bossiano, criticando i compensi in Asco e la gestione.
Un attacco, secondo Nordesteuropa, «che in realtà nasconde la contrarietà di Zugno a un concambio di azioni tra Ascopiave e la veronese Agsm, che registra nel bilancio 2011 ben 287 milioni di debito verso le banche». E quindi «i numeri» darebbero ragione alla resistenza dei lealisti bossiani contro la fusione con Verona, caldeggiata dai maronian tosiani. Ma Tosi ha una precisa strategia in testa: il leader veneto della Lega e sindaco di Verona ritiene che la guerra in atto nel settore delle multiutilities potrebbe marginalizzare i gruppi pubblici veneti, troppo frammentati, vedi il caso di Acegas acquisita da Hera, che dimostra la gracilità del fronte veneto. Eppure dopo la nascita di Edipower, le aziende medio-piccole sono destinate a essere incorporate dai big: Mediobanca, ad esempio, vuole creare una super utility del Nord. E Ascopiave? Per Tosi la sua mono-vocazione per il gas sarebbe un limite. Tosi è dunque convinto che le multiutilities venete si debbano rapidamente integrare tra loro, quindi fondersi con il polo lombardo di A2A e quello piemontese di Iren. Zaia, Da Re, Gobbo e Zugno vogliono invece usare Ascopiave «come un bancomat» - sono parole di Da Re - per i Comuni. Al massimo, potrebbe essere alleata di Eni. Due posizioni opposte ma con lo stesso fine: comandare per smistare una valanga di soldi.

dalla Tribuna di oggi 

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