sabato 20 aprile 2013

il casello sulla A 27 non è una priorità per la collettività trevigiana


La settimana scorsa si è discussa, in una apposita Commissione Provinciale da noi richiesta, l'intricata vicenda del nuovo casello di S.Lucia di Piave.
L'idea del casello sulla A 27 e la relativa viabilità di collegamento con le strade provinciali nasce dagli obiettivi indicati nel piano strategico della provincia, che per uso equilibrato del territorio indicava tra l'altro un nuovo sistema viario, funzionale allo sviluppo ed in grado di collocare la Marca al centro delle traiettorie di trasporto europee. Infatti con gli anni si è proceduto in questa direzione, realizzando interventi strutturali sulla viabilità di zona e di area, cioè continuando a riempire la Marca di rotonde e cemento.  Nel 2008 L'idea del casello è stata poi sviluppata nel PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), che presentava tutta una serie di interventi infrastrutturali collegati con il cambiamento indotto dall'apertura del nuovo casello di S.Lucia di Piave.
Il territorio interessato all'intervento si collocherebbe in un territorio che interessa principalmente tre comuni: Mareno di Piave, Cimadolmo e S.Lucia di Piave. Il nuovo casello andrebbe a collocarsi tra i caselli di Treviso Nord e di Conegliano. Quindi alla fine si avrebbero tre caselli in soli 30 Km di autostrada. e sopratutto il nuovo casello e la relativa viabilità di collegamento a carico della Provincia di Treviso, si porrebbe in una zona a ridosso del fiume Piave. Infatti fin dall'inizio la Soprintendenza in sede di conferenza dei servizi ha sempre espresso il suo parere contrario in quanto quest'opera andava a crearsi in una area ampiamente tutelata dal punto di vista ambientale e paesaggistico come è l'area del fiume Piave. Indicando come soluzione corretta e alternativa un ampliamento dell'asse viario già esistente. La Provincia di Treviso si è opposta a questa soluzione e l'intero progetto è arrivato nelle mani del Ministero delle Infrastrutture (ha la competenza per gli interventi di Autostrade per l'Italia) e sempre in quella sede, nella conferenza dei servizi svolta nel marzo 2011, la Soprintendenza ha continuato a esprimere il suo parere negativo. Alla fine tutto il progetto a causa dei continui "scontri" tra la Provincia e la Soprintendenza è arrivato sino alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che a questo punto dovrà decidere se effettivamente questo intervento strutturale sia una infrastruttura necessaria oppure prevalga la tutela dell'aspetto paesaggistico e si decida quindi per un definitivo stop a questa opera.
Teniamo subito a chiarire una cosa . Nel piano triennale delle opere pubbliche l'intervento di collegamento viario tra le SS.PP.34 e 92 non è presente , in quanto non vi sono nella disponibilità economica i circa 11.000.000 di euro previsti per questa opera pubblica .
Noi fin dall'inizio abbiamo dichiarato le nostre perplessità, rilevando in questo intervento  a ridosso di una area di pregio sia ambientale che paesaggistica, una altro forte impatto sul territorio con conseguente diminuzione di terreno agricolo a favore del cemento.
Teniamo anche a ricordare che in quell'area, secondo anche quanto previsto nel P.R.A.C ( Piano Regionale Attività di Cava ), è presente una grande quantità di materiale estraibile. Se la nuova opera viaria venisse costruita, sarebbe funzionale all’aumento dell’attività di cava già abbondantemente presente nella nostra provincia e in quella zona in particolare.
Pensiamo anche che in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, questa opera non sia prioritaria. Ci appare più urgente e sicuramente più utile utilizzare i fondi della Provincia di Treviso per esigenze più immediate e sicuramente più proficue per la Marca: edilizia scolastica, messa in sicurezza idrogeologica del territorio, manutenzione degli argini, riapertura di strade chiuse da frane e consolidamento dei versanti, messa in sicurezza antistismica degli edifici di competenza della provincia presenti nella.  Insomma stiamo cercando di convincere la giunta provinciale a cambiare la priorità delle scelte amministrative, mettendo in cima alla lista le spese che corrispondono alle reali esigenze della intera collettività . A noi questo ci pare un segnale di buona politica.



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