giovedì 11 aprile 2013

Il Lavoro al centro della nostra provincia



Durante il Consiglio Provinciale di ieri dove è stato presentato e sottoscritto il Piano per il rilancio del Lavoro nella nostra provincia, abbiamo proposto che da subito si inizi seriamente un percorso condiviso con tutto il Consiglio, insieme alle parti sociali e alle associazioni di categoria, che ponga la crisi da lavoro, con i suoi effetti tragici, al centro dell’ attività per il prossimo periodo .
Ci siamo sempre imposti come regola e come modo di far politica, al di là di tutte le indicazioni che provengono dalla stampa o dai vai commentatori interni ed esterni che, fino a quando l'Ente Provincia esisterà, noi continueremo a credere nella sua funzione e nel suo ruolo, cercando sempre di proporci come gruppo di opposizione propositivo e costruttivo.
Purtroppo ieri  ancora una volta è accaduto il solito show del gruppetto dei due sernagiottiani  Fava e Di Mitri,  consiglieri provinciali assai strani, che da sempre antepongono la loro misera carriera personale alle esigenze del territorio, e il tema della seduta di ieri sera, di fondamentale importanza per tutti,  era il lavoro .
La loro assenza sembra essere stata motivata dalla mancata dimissione dell'altro appartenente al Pdl Zambon, dalla carica di Vice presidente . Di fatto ieri, insieme all'assenza anche degli altri due consiglieri del Pdl Conte e Bonesso, si è svolta una seduta assai anomala dove è stato sottoscritto il documento  da parte di tutte le parti sociali e le associazioni di categoria del nostro territorio,  un documento proposto dalla maggioranza lega-pdl, senza la presenza in aula di metà della maggioranza politica della Provincia . Un fatto a dir poco increscioso e per noi assai grave, da noi prontamente ribadito durante la seduta consigliare.
Diciamo subito: la somma stanziata per le politiche sul lavoro di 500.000 euro è una somma molto esigua. Per questo abbiamo proposto che si inizi seriamente un percorso che veda al centro tutto il Consiglio con insieme gli attori principali del nostro territorio coinvolti nell'indicare dei veri e propri piani di rilancio.
Nel piano presentato  abbiamo fatto inserire la richiesta al Parlamento della proroga sugli incentivi al 50% sulla riqualificazione e sulla ristrutturazione energetica degli edifici, il cui termine è stato previsto per il 30 giugno 2013, che lo stesso sia posticipato al 31 dicembre 2013.
Ribadiamo che il lavoro è dignità e che non può essere sempre considerato un costo da abbattere, ma costituisce una vera e propria risorsa per le persone e per l’economia italiana.
Nel nostro territorio ormai il tasso di disoccupazione al 7% mentre quello giovanile si sta ormai attestando abbondantemente sopra il 20%. Ci pare importante stabilizzare la forma del precariato, anche ricorrendo alla nostra proposta di legge sul reddito minimo garantito .
Una forma di sostegno al reddito molto importante, che permetterebbe a molti di poter vivere i periodi di ricerca del lavoro  con maggiore dignità e soprattutto senza  essere costretti ad accettare sempre il primo posto di lavoro disponibile solo perché deve vivere, tralasciando spesso le proprie competenze o professionalità guadagnate con lo studio o con un lavoro perso. 
E' necessario anche rivedere le maglie del Patto di stabilità interno degli Enti Pubblici. Ad esempio la nostra Provincia ha circa 86 .000.000 di euro inutilizzati e bloccati dal famigerato patto.
Perché non verificare la possibilità, anche attraverso una  precisa richiesta al governo con relativo apposito decreto, di svincolare una parte di essi per permettere ad esempio la costruzione di nuove scuole, oppure di porre in sicurezza antisismica molti edifici scolastici siti nella pedemontana?
Perché non rivedere anche il piano delle opere pubbliche, cercando di stabilire seriamente e senza alcuna operazione di marketing politico,  se vale di più per il rilancio del lavoro una grande opera pubblica, come a esempio la costruzione del nuovo casello sulla A27 ed il relativo intervento di raccordo viario a carico della Provincia, oppure se sia più opportuna la scelta di avviare una serie di piccoli cantieri con la funzione di porre in sicurezza vera il nostro territorio come: viabilità stradale (rimuovere frane che impediscono la normale percorrenza su alcune strade provinciali), occuparsi ad esempio della manutenzione delle strade intorno alla città di Treviso, chiedendo anche ai comuni interessati quali tratti di pista ciclabile potrebbero essere terminati.
Perché non pensare ad esempio di creare un grande settore della bioedilizia nelle provincia, e soprattutto perché non indicare la via della riconversione dei numerosi capannoni industriali abbandonati sul nostro territorio ? Ormai le aziende hanno chiuso, i capannoni dismessi potrebbero essere riconvertiti e ridonati alla collettività trevigiana ospitando lì nuovi insediamenti industriali, senza continuare  a costruirne degli altri . Ricordiamo che ormai nella nostra provincia su 10 capannoni esistenti 4 sono abbandonati. Si potrebbe evitare così una immensa distesa di ulteriore e inutile cemento.
E ancora: perché non pensare anche a una forma di co-working all'interno del Sant'Artemio? Le attrezzature informatiche ci sono, gli spazi anche e quindi molti giovani imprenditori potrebbero trovare il loro "ufficio" senza alcun aggravio sui costi di gestione della attività. Questo permetterebbe forse ai tanti talenti di poter esprimere la loro potenzialità lavorativa .
Perché non riuscire a ricavare, anche rivedendo il bilancio, una somma necessaria come quella di un fondo anti-crisi da noi proposto, che sia di sostegno reale alle molte famiglie, ai pensionati e ai disoccupati che non riescono più a vivere?
Insomma, se ci fosse una reale volontà politica per il lavoro e la sua rinascita, le idee  per tradurre questa volontà in scelte concrete ci sono, bisogna solo cercarle di ricostruirle insieme, dialogando tra tutti senza alcuna preclusione di colore politico.
Viviamo in un momento drammatico che deve vedere la fine del tempo delle polemiche, è necessario iniziare invece con il tempo delle proposte serie e concrete per la rinascita vera del nostro territorio .
Noi su questo modo di ragionare ci siamo e siamo pronti a dare il nostro massimo contributo.

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